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Tradizionalmente nel periodo natalizio, uno dei pesci più consumati è il capitone o l’anguilla femmina. Ha delle carni molto pregiate, grasse e saporite, cotta al forno è un classico della cucina napoletana. Essendo un pesce che si deteriora rapidamente perché particolarmente grasso, deve passare poco tempo tra il taglio e la cottura, per questo viene venduto vivo. Se lo volete cucinare con la pelle dovete strofinare il pesce con il sale grosso in modo da togliere la parte viscida della pelle. Se invece volete spellarla il metodo più semplice consiste nello sbollentarlo in acqua, aceto e sale: eliminerete così la pelle ed il grasso in eccesso. Le ricette sono più d’una ma per Natale è tradizione consumarlo fritto e alla Vigilia, magari dopo aver anche giocato al lotto il 32, numero che gli è abbinato e che pare porti fortuna. Mangiare il Capitone, la cui storia è molto interessante, esorcizza la malasorte e la malvagità

il capitone
CAPITONE ARROSTO E MARINATO
di  Pasquale Alberico

1400 g di Capitone
1/2 bicchiere Olio Extra Vergine di Oliva
Prezzemolo
Aglio
Sale
1 Bicchiere Aceto di Vino Bianco
Pepe

In una ciotola mettete il pesce tagliato a pezzi di 5-6 cm, poi ricoprite tutto con gli ingredienti per la marinatura e lasciatelo marinare per 5 ore, girandolo un paio di volte.
Per cena cuocetelo sulle braci ardenti. Al momento della cottura spalmate la marinatura sul capitone, il fumo provocato ne insaporirà le carni.
Spegnete con un po’ d’acqua le fiamme causate dal grasso che cola. Sarà cotto quando la forchetta affonda con dolcezza nella carne del Capitone.

 

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