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Giuseppe Verdi, grande musicista ed amante della la buona tavola, restò sempre visceralmente attaccato alla propria campagna e alla propria terra. Testimoni dell’interesse che Verdi aveva per la buona tavola, sono le tante lettere scritte da lui stesso e dalla sua compagna di vita, Giuseppina Strepponi, che riportavano suggerimenti, ricette e aneddoti di cucina. Come la cura che personalmente riservava ogni giorno ai suoi raccolti era quella appassionata e sfinente di un vero contadino, come ricorda la Strepponi in una lettera:

“Il suo amore per la campagna è diventato mania, follia, rabbia, furore, tutto ciò che voi volete di più esagerato. Si alza quasi allo spuntar del giorno per andare ad esaminare il grano, il mais, la vigna. Rientra rotto di fatica.”

Verdi

ll cibo e la tavola ben apparecchiata si trovano spesso nelle opere di Verdi, fra tutte ricordiamo il primo atto della  Traviata che si conclude con il famoso valzer con quei lieti calici che, da allora, sono simbolo di buon augurio e di gioia. Uno dei piatti preferiti di Verdi e che amava gustare in ogni stagione, era il riso ed era un vero maestro nel preparare un risotto con una sua ricetta specialissima. Nel settembre 1869 ne invia la ricetta all’amico Camille Du Locle, direttore dell’Opera Comique di Parigi.

“Mettete in una casseruola 2 once di burro fresco, 2 once di midollo di bue o vitello con un poco di cipolla tagliata. Quando questa ha preso il rosso mettete nella casseruola 16 once di riso di Piemonte, fate passare a fuoco ardente (rossoler) mischiandolo spesso con un cucchiaio di legno finché abbia preso un bel color d’oro. Prendete del brodo bollente, fatto con buona carne e mettetene 2 o 3 mescoli (deux ou trois cuilleres à soupe) nel riso. Quando il fuoco l’avrà a poco a poco asciugato rimettete poco brodo e sempre fino a perfetta cottura del riso. Avvertite però, che a metà della cottura del riso (dopo un quarto d’ora) bisognerà mettervi mezzo bicchiere di vino bianco, naturale e dolce: mettete anche una dopo l’altra 3 buone manate di Parmigiano grattato. Quando il riso sia completamente cotto, prendete una presa di zafferano sciolta in un cucchiaio di brodo e gettatela nel risotto, mischiatelo e ritiratelo dal fuoco, versatelo nella zuppiera. Avendo dei tartufi, tagliateli ben fini e spargeteli sul risotto a guisa di formaggio. Altrimenti metteteci formaggio solo, coprite e servite subito”.

 

Fonti da Arte e Arti

 

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