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Malloreddu (malloreddus) non ti conosco.

Chissà quanti la prima volta l’avranno pensato, per poi scoprire che sono un formato di pasta della tradizione sarda preparato per le occasioni più importanti, da noi più comunemente conosciuto come gnocchetti sardi.

Fin dall’antichità lavorato dalle abili mani delle massaie impastando acqua e semola prende la forma di conchiglia rigata non più lunga di due cm.

Il nome malloreddu è il diminutivo del termine malloru che nel sardo campidanese, della Sardegna centro meridionale significa “toro” e così i malloreddus sono “vitellini”

Si gustano con sughi ricchi e potrete sentirli chiamare cigiones o ciciones nel sassarese, macarones caido nel Lugudoro o cravaos nel Nuorese, ma saranno sempre degli ottimi malloreddus, l’importante è prepararli a mano con la ricetta seguente

Malloreddus

Ingredienti per 4 persone
400 g di semola
250 ml di acqua in cui avrete messo in infusione per almeno un’ora un pizzico di pistilli di zafferano

Formate la fontana sulla spianatoia.
Cominciate a versare l’acqua filtrata per eliminare i pistilli, e mescolate con la mano per incorporare la semola. Aggiungete acqua via via che incorporate stando  attenti a non aggiungere troppo acqua per non avere una pasta troppo morbida.
L’impasto dovrà essere elastico ma sostenuto e dovrete lavorarlo a lungo per aumentarne l’elasticità, fino a che non avrete ottenuto una bella palla liscia e vellutata che lascerete riposare avvolta nella pellicole min 30 minuti.
A questo punto tagliate la pasta a pezzi e rollatela per ottenere dei cordoncini dal diametro inferiore al cm. Tagliateli con una lama in pezzettini lunghi non più di 2 cm.
In Sardegna dicono che non devono essere più lunghi di un fagiolo.
Adesso prendete un pezzetto di pasta e schiacciatelo con il dito pollice sul rigagnocchi seguendo il lato lungo fino a che la pasta si arricciolerà su se stessa formando il tradizionale gnocchetto.

Fate asciugare la pasta sulla spianatoia. Non dovreste avere bisogno di passarla nella semola in quanto la pasta non appiccica.
Cuoceteli in abbondante acqua salata e dal momento che salgono a galla fateli cuocere c.ca 3 minuti. Assaggiate e condite a vostro piacimento.

In Sardegna, non si contano le ricette tradizionali con cui si condiscono i Malloreddus: ogni porzione di territorio ha la sua, con tutte le varianti da casa a casa. Le più famose sono comunque i Malloreddus alla Campidanese, di terra, e quelli alla Carlofortina, di mare, che sono stati così realizzati dalla nostra community

 

Milena Zuppiroli – Malloreddus con salsiccia e pecorino

Bianca Berti – Malloreddus alla Carlofortina 

 

Testo di Manuela Valentini

Ricetta di Patrizia Malomo

Immagini di Anna Laura Mattesini

 

 

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