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Le frittelle hanno origini lontane del tempo e risalgono all’antica civiltà romana, chiamate “frictilia” erano essenzialmente delle foccaccette di farina e olio addolcite con il miele. Preparate con lo steso procedimento della pasta fatta in casa aromatizzata al miele e presumibilmente fritte, già all’epoca nel grasso del maiale. Venivano poi vendute per strada durante i “Liberalia” cerimonie che si celebravano nel mese di marzo e che Man mano sostituivano i baccanali considerati troppo smodati.

Le frictilia si sono diffuse in gran parte del Mediterraneo e in Italia specialmente. La loro ricetta si è andata tramandando nei secoli. A Venezia dove si preparano già dal ‘300 raggiungono l’apice assurgendo a titolo di dolce nazionale della Repubblica Serenissima.
Il termine frittella che utilizziamo noi oggi pare però che derivi dai “fritoleri” coloro che erano addetti “ea frioia” nella Repubblica Veneziana. Questi furono i primi a sostituire il miele con lo zucchero, quando quest’ultimo era ancora un ingrediente da ricchi, grazie alle rotte commerciali del Mediterraneo Orientale.
Tale è sempre stata l’importanza riservata al Carnevale a Venezia, che va da se la frittella, ancora oggi, ricopre sempre il ruolo di regina della festa.

In Italia comunque ogni regione ha la sua particolare frittella, sia essa piatta, tonda, a ciambella, ripiena di crema o marmellata o semplicemente ricoperta di zucchero al velo.
A parte le veneziane , tra le più conosciute vi sono quelle di riso in Toscana, o quelle di mele in Alto Adige o ancora le Zeppole, le castagnole s altre ancora.
Insomma pare che la voglia di dolci fritti noi la si abbia nel DNA e che ci appartenga molto più che per tradizione.

Cinzia Martellini Cortella – … della Dirge

Giuliana Fabris – …. di mele di nonna Giovanna

Francesca Geloso – … di riso

Testo di Ilaria Talimani

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