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Un piatto gustoso e di facile preparazione ma spesso pensiamo che per preparare gli spatzle o gnocchetti tirolesi serva assolutamente lo spätzlehobel, ma oggi vi spiegheremo come prepararli senza

Tradizionalmente, gli spätzle sono realizzati mediante raschiamento di strisce sottili di pasta su un apposito tagliere lo Spätzlebrett; vengono tuffati man mano in acqua bollente salata, nella quale si cucinano fino ad affiorare.

L’impasto deve essere vischioso e morbido. In cottura, l’albume tende a solidificarsi mentre il tuorlo garantisce la morbidezza. Dopo che gli spätzle emergono in superficie, vengono raccolti con una ciotola e messi da parte.

Versione rossi/verdi

  • 1 rapa rossa lessa (80 gr spinaci lessati e frullati)
  • 125 gr farina
  • 1 uovo
  • 50 ml acqua
  • 1 pizzico noce moscata
  • sale

Versate la farina in una ciotola e aggiungete il sale e la noce moscata.

Mescolate l’acqua con le uova  e la rapa (o gli spinaci), unite il composto alla farina e lavorate l’impasto fino a quando non si produrranno delle bolle, ma rimanendo abbastanza colloso.

Fate riposare al fresco per almeno 10-15 minuti.

Fate bollire una pentola di acqua calda, salarla e quindi con lo spätzlepresse formare gli spätzle, in alternativa si possono usare due spatole, una più rigida e una più flessibile.

Prendete un po’ d’impasto e distribuitelo uniformemente in uno strato sottile sulla spatola più rigida, poi mettetevi sopra l’acqua bollente e con la seconda spatola, che ogni tanto va bagnata con l’acqua, iniziate a tagliare delle piccolissime striscioline che si tufferanno nell’acqua (foto 1-2-3), continuate con tagli radenti ritmici fino ad esaurimento della pasta sulla spatola.

Scolate con una schiumarola gli spätzle che sono affiorati e metteteteli in una ciotola con un filo d’olio, quindi proseguite a tagliare l’impasto rimanente che dovrà sempre essere in uno strato sottile (foto 4-5-6)

Per una dimostrazione più chiara si può guardare questo bel video

Quando tutti gli spätzle saranno tagliati e cotti conditeli a piacere

 

Articolo e foto di Manuela Valentini 

 

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