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Il capitone, la cui storia è molto interessante, è un pesce molto saporito e come tradizione napoletana non può mancare nel menù natalizio. Il capitone ( dal latino “caput”) è la femmina dell’anguilla. Simbolicamente si pensava che mangiarlo potesse scacciare il male, veniva quindi cucinato la Vigilia come buon augurio di un nuovo anno sereno e felice.
Se lo volete cucinare con la pelle dovete strofinare il pesce con il sale grosso in modo da togliere la parte viscida della pelle. Essendo un pesce che si deteriora rapidamente perché particolarmente grasso, deve passare poco tempo tra il taglio e la cottura

CAPITONE FRITTO ALLA NAPOLETANA

1 kg di capitone eviscerato
qualche foglia di alloro
farina di semola rimacinata
olio di semi di arachide per friggere
sale

Pulite il capitone tagliando prima la testa e poi togliendo le interiora. Tagliatelo a pezzi lunghi 10 cm circa. Asciugateli con carta assorbente poi passateli nella farina di semola rimacinata.
Friggeteli in abbondante olio di arachidi bollente a fuoco medio-alto fino a che non diventano dorati. Scolateli con l’aiuto di una schiumarola e adagiateli su fogli di carta assorbente per far perdere l’olio in eccesso.
Salateli e serviteli subito su un piatto da portata.

 

 

Ricetta e notizie da Napoli Today

Foto di Pasquale Alberico

 

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