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Il Pancotto e l’Acquacotta sono zuppe povere che prendono diversi nomi e vengono preparate in svariati modi, tutte declinate con i prodotti di ogni territorio d’origine e sono simboli e testimonianze di un passato contadino che ci ha regalato piatti poetici ed evocativi che abbiamo il dovere di custodire!
Il pancotto è comune a molte regioni italiane come tanti piatti antichi d’origine contadina, che nascevano dalla necessità di sfruttare il pane secco fino all’ultima briciola.  È una zuppa a base di pane raffermo messo ad ammollare e cotto in un liquido, brodo di carne o latte nelle versioni più ricche,  brodo vegetale o semplicemente acqua in quelle più semplici, con l’aggiunta eventualmente di qualche pezzo di verdura o pomodoro, magari un uovo,  fino a che si forma una “pappa” morbida.  E come tocco finale, una grattugiata di formaggio, non guasta.
In Piemonte, Lombardia e Veneto è chiamato  panada

il pancotto
LA PANÀDA
di Elena Broglia

Ricetta tratta da “400 ricette della cucina piacentina” a cura di Carmen Artocchini

per 1 persona

50 g di pane raffermo (1 panino)
1 cucchiaio olio extravergine
250-300 ml di brodo di carne
1 pizzico sale
noce moscata grattugiata
Parmigiano Reggiano Grattugiato

Affettate il pane e mettetelo in una pentola, aggiungere l’olio e il sale.
Bagnate con il brodo (circa metà) e cuocete a fuoco basso per 10-20 minuti fino a quando il pane non si spappola completamente, continuando a mescolare.
Versate in una fondina, cospargete con noce moscata grattugiata (quantità a piacere) e tanto formaggio grattugiato. Servite ben caldo.

 

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