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I frutti antichi sono la nostra storia, parlano dei frutti di un territorio quasi dimenticati. Tanti piccoli frutti, dai colori, dalle forme, dai sapori sconosciuti eppure misteriosamente familiari, i frutti antichi sono un patrimonio da riscoprire.
Nel 2017 avevamo incontrato la Dott.ssa Fabiana Fiorani, responsabile del vivaio “La Piana” sede della Banca del Germoplasma della Garfagnana

i frutti antichi

Il giuggiolo era già molto conosciuto nell’antichità. Noto come l’albero del silenzio e della meditazione, ci regala dei frutti della stessa famiglia dei datteri, ai quali somigliano vagamente.
Da questi dolci frutti si ricava uno sciroppo denominato “brodo di giuggiole”, talmente buono che si usa dire “andare in brodo di giuggiole” per esprimere un momento di gioia e soddisfazione.
Il brodo di giuggiole è uno sciroppo da gustare fresco, che si può facilmente trasformare in liquore dolce e digestivo.

i frutti antichi

BRODO DI GIUGGIOLE
di Anna Laura Mattesini

per lo sciroppo

750 g di giuggiole
1 mele cotogna
10 acini di uva “zibibbo”
1 limone la scorza grattugiata
1 pizzico di cannella
250 g di zucchero
150 ml di vino rosso
1 lt. circa di acqua

Da aggiungere per il liquore

250 g di giuggiole
Alcool per liquori o grappa

Preparate prima l’infuso per il liquore.
Lavate e asciugate bene le giuggiole, tagliatele a metà senza togliere il nocciolo, sistematele in un boccale e ricopritele a filo con alcool per liquori, o grappa. Conservate in luogo fresco e buio, scuotendo il boccale di tanto in tanto.
Per preparare il brodo, lasciate appassire per due o tre giorni le giuggiole all’aria aperta, controllandole affinché non marciscano. Lavate, asciugate e sbucciate le giuggiole, la mela e l’uva. Asportate i noccioli delle giuggiole, che potranno essere aggiunti all’infuso alcoolico. Eliminate i semi della mela e dell’uva.
Tagliate tutto a pezzetti e sistemate in un tegame dai bordi alti. Spolverate con lo zucchero e lasciate riposare in frigorifero per almeno una notte.
Coprite il tutto a filo con acqua e cuocete per almeno un’ora, fino a quando il liquido sarà quasi completamente consumato. Aggiungete la cannella, la buccia di limone ed il vino, poi riportate a bollore e cuocete per altri 20/30 minuti, per fare evaporare l’alcool.
Passate al setaccio e filtrate in un canovaccio di lino pulito. La polpa che rimane può essere invasettata, ancora calda, in vasetti sterilizzati che andranno poi capovolti per ottenere il sottovuoto. Sarà un’ottima confettura dalla lunga conservazione.
Il liquido ottenuto è il brodo di giuggiole, al quale potete aggiungere l’infuso alcoolico ben filtrato, regolandovi a piacere sulla gradazione alcoolica che volete ottenere.

 

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