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VERO O FALSO SU.. LA FONTINA

  • Assolutamente VERO. La Fontina è prodotta solo in Valle d’Aosta e si fregia per questo della DOP (Denominazione di Origine Protetta). E’ dall’ambiente, cioè, che derivano le peculiarità che rendono un prodotto unico e che, in questo caso, sono legate sia a fattori geografici e climatici, sia al tipo di alimentazione delle vacche, sia anche al processo di stagionatura in grotte naturali, sempre della Valle d’Aosta. A tutela del prodotto, non vengono marchiati come Fontine tutti quei formaggi che, pur avendo molto in comune con le regole del Disciplinare, non lo rispecchiano perfettamente. La Fontina è una cosa seria, insomma- e vivaddio.
  • VERO. la Fontina è classificata come un formaggio grasso (49% s.s.)  ma ha una alta percentuale di grassi insaturi (il 30%), dovuta sia all’alimentazione delle vacche sia al tipo di lavorazione del latte, che ne altera al minimo le proprietà. E’ anche per questo che la fontina è uno dei formaggi con la più alta percentuale di vitamine (A e B2) e di sali minerali. 100 g di prodotto corrispondono a 360 Kcal, una razione di 30 g a circa 120. Nulla che non si possa smaltire con una bella camminata, insomma!
  • FALSO, FALSO, FALSISSIMO: la Fontina è prodotta solo da latte vaccino, di mucche valdostane, nella fattispecie Valdostana Pezzata Rossa, Valdostana Castana e Valdostana Pezzata Nera. La mungitura avviene due volte al giorno e il latte è lavorato entro le prime due ore.
  • FALSO, ovviamente, ma questo non toglie che a Wall Street abbia quotazioni altissime, fra i palati degli agenti di borsa. Stando al Wall Street Journal, infatti,  è fra i 26 formaggi migliori del mondo
  • VERO. Per ottenere 1 kg di formaggio  occorrono 100 litri di latte, prodotti da 10 vacche. Più cifra tonda di cosi…
  • FALSO. Esistono anche Fontine di latteria, non per questo meno pregiate. Ciò che rileva, ai fini della qualità e quindi della denominazione, è l’aderenza al Disciplinare di Produzione e questa non prevede l’altitudine. Certamente la Fontina di Alpeggio ha un sapore diverso, essendo maggiormente condizionata dalla stagionalità (mentre la Fontina di latteria è prodotta tutto l’anno, quella di Alpeggio è prodotta da maggio a settembre) e dalla ricchezza dei pascoli estivi, che danno un latte molto più profumato.
  • VERO. L’occhiatura della Fontina è il criterio più affidabile per essere certi della sua qualità. Non importa che siano grandi o piccoli, l’essenziale è che siano tondi.
  • VERO, se credete alle leggende. Una di queste, infatti, racconta che Ponzio Pilato l’avesse assaggiata, durante un viaggio militare verso la Gallia. La leggenda non ci dice se abbia espresso o meno un giudizio, in piena sintonia con il personaggio, ma a noi piace pensare che dopo essersene cibato, il futuro Procuratore della Giudea, si sia comunque lavato le mani anche perchè…
  • VERO, sono i maligni che lo dicono :). Per gli amanti del prodotto, quello della Fontina è  un profumo celestiale, indizio di una produzione naturale, avvenuta senza altri agenti che non quelli presenti nel latte e nell’atmosfera. I principali responsabili del suo odore cosi persistente sono batteri appartenenti a 16 ceppi diversi, presenti solo in queste zone, ma incidono anche la lavorazione a latte crudo e la stagionatura in grotte naturali.
  • VERO. Cibo di nobili e di re, come si evince dalla sua prima raffigurazione in un affresco nel castello di Issogne e dalla consacrazione sulle mense di Casa Savoia che risale addirittura al XIII secolo.

 

 

l’immagine della fontina è tratta da qui 

Bibliografia

Fontina-dop.it 

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