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La cima alla genovese è testimone di una cucina di lavorazione e trasformazione di materie prime “povere” per realizzare piatti sopraffini e il sapiente dosaggio di erbe e spezie per arricchire e insaporire.
Nella Cima Ripiena si sfrutta un taglio di carne altrimenti inutilizzabile e si trasformano uova e frattaglie in un piatto elegante e di sicuro effetto scenico.
Una preparazione particolare e tradizionale che vogliamo ripresentare anche attraverso la grafica magica di Mai Esteve che magistralmente ne ha raccontato l’essenza

Nelle precedenti giornate abbiamo presentato la ricetta classica della cima genovese con una spiegazione dettagliata per prepararla di cui qui vi riportiamo gli ingredienti, ma anche una gustosa variante di mare dello chef Corrado Carpi che vi invitiamo a leggere


CIMA ALLA GENOVESE

di Vittoria Traversa

1 cima di vitello da 6 uova (circa 1 kg)
6 uova
1/3 cervella
100 g filoni e animelle
100 g carne di vitello
2 cucchiai colmi di mollica di pane bagnata nel brodo e ben strizzata
50 g piselli finissimi (anche surgelati)
1 carota
2 cipollotti
20-30 g parmigiano
Burro
Maggiorana
Sale, pepe

Per il brodo

Sedano, Carota, Cipolla
Alloro, Timo
Sale, Pepe in grani

Stendete il pezzo di carne sul piano di lavoro con la parte esterna sul tavolo e ripulite l’interno dall’eccesso di grasso e pelli rendendo uniforme lo spessore e stando ben attenti a non bucare la pelle. Piegatelo in due nel senso delle fibre, in modo da averle lungo il lato lungo, e cucite la tasca lasciando aperto parzialmente un lato corto che chiuderete dopo averla farcita. Usate il punto smerlo o punto coperta.
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Il procedimento continua nel precedente articolo

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