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Assieme alla Pizza  e alla Pasta, il Gelato è l’ altro grande prodotto che tutto il mondo cerca di riprodurre “all’italiana“, la maggior parte delle volte  senza successo.
Anche se sono in tanti a volersi appropriare della paternità di questo prodotto è indubbio che i maestri gelatai italiani siano stati i principali artefici del passaggio dal sorbetto al gelato propriamente detto, a base cioè di uova e di latte. Prova ne è che, nonostante la florida tradizione statunitense dell’ice cream, anche al di là dell’Oceano il marchio per riconoscere un gelato di qualità è sempre un riferimento alla nostra tradizione. Come dire, che i gelati li fanno tutti – ma come noi, nessuno.

Storia semiseria del Gelato

Preistoria. L’era del giaccio. Tutto si era ghiacciato. Dalle ghiande degli scoiattoli alle angurie dei Mammuth. Ma evidentemente nessuno era ancora dell’umore giusto per un gelato.

Antichità. Nerone vuoi un po’ di frutta con la tua neve? Dopo che aveva incendiato Roma, nessuno voleva che l’Imperatore si arrabbiasse di nuovo. Allora, se la sua coccola da Imperatore era la frutta schiacciata su ghiaccio e miele, non si esitava a scalare le Alpi per far sì che il signor Nerone avesse il suo contento.

Medio Evo. Sembra che i Crociati, di ritorno dalla guerra di Evangelizzazione, avessero portato con loro il Sacro Graal, pieno di sorbetto all’acqua. Il sorbetto raggiunse la Sicilia senza sciogliersi, ma del Graal non si hanno notizie. Evidentemente il contenuto era più interessante.

Rinascimento. I cinesi avrebbero raffinato il gelato fino a quasi la versione che conosciamo oggi. Marco Polo lo portò nel Nord Italia sotto i vestiti appiccicosi. Ma il gelato Made in China era fatto di latte di yak. Visto che gli yak non corrono nei campi veneziani, si pensò bene di usare latte di mucca.

Dicono che Caterina de Medici lo avesse portato in Francia insieme ai macarons e tutta la cucina francese, poi verso il 1600 ha passato La Manica, per arrivare dagli Inglesi e dopo dagli Americani che l’hanno ulteriormente perfezionato e quasi mangiato tutto.

Nome scientifico: Glacies gelatosus atque cremosus

Provenienza: Persia

Stagionalità: Tutto l’anno, tutti i giorni, a qualsiasi ora

Valori nutrizionali
Prendiamo ad esempio il gelato al cioccolato. Ha in media 216 calorie per 100 grammi, dipendendo dal tipo e dalla marca e in media 26 grammi di zucchero e 11 di grassi.
Non cercategli vitamine e minerali in abbondanza. A parte calcio e B12, non troverete nulla di importante.
Fermiamoci li. Che siamo arrivati giusto davanti al gelataio.
Fate conto che una pallina pesa 50-70 grammi, dipende dal gelataio e dalla sua generosità. Fate conto anche che 30 grammi di zucchero dovrebbe essere la quantità massima in una dieta sana e variata di un adulto in buona salute. Quindi, fate due calcoli e se al mattino non prendete zucchero bagnato di caffè, concedetevi questo gelato al cioccolato. O alla vaniglia, o stracciatella, o fior di latte o… Qual è il vostro preferito?

Proprietà medicinali
Parliamo di adulti sani, ok?
Il gelato non previene il cancro, ma non lo causa neanche.
Non causa diabete, né malattie cardiovascolari a meno che non ne mangiate mezzo chilo al giorno, 366 giorni all’anno, bisestili inclusi.
Uno studio di Yoshihiko Koga, un esperto Giapponese in Psicofisiologia enuncia che mangiare una porzione di gelato a colazione rende più intelligenti. Ha diviso in due i soggetti di studio, una parte bevevano acqua ghiacciata, gli altri, una porzione di gelato come prima cosa appena svegli. Sembra che le cavie del gruppo fortunato avrebbero avuto una risposta più rapida agli stimoli e una migliore abilità di processare informazioni. Peccato che l’acqua ghiacciata non fosse stata zuccherata…
Una delle diete più in voga degli ultimi anni è la Dieta del Gelato. Viene dall’America (ma guarda un po’) e assicura la perdita di peso mangiando gelato almeno una volta al giorno, tutti i giorni. Se si pensa che l’ingrediente principale del gelato è l’aria, in effetti potrebbe funzionare.
Attenzione!!! Mangiare gelato congela il cervello. :)) La sensazione di « brain freeze » succede quando il gelato, mangiato in fretta in un clima caldo, arriva a toccare il palato superiore. E si, ve lo dico, si sono fatti studi scientifici anche su quello.

Usi in cucina: Più che in cucina, lo preferisco per strada, con un buon cono croccante. Croccante fino all’ultimo, però.

Accostamenti di gusto: Dai più Classici ai più Azzardati. C’è chi mangia gelato alla vaniglia annaffiato con la coca cola, chi lo preferisce da solo o chi con frutta fresca, per sentirsi meno in colpa.

Utilizzo degli scarti: scarti? quali scarti?

Sapevate che…?

  • Conquistati dal gelato introdotto dai persiani, i Marajà del Rajastan, in India, si facevano portare interi blocchi di giaccio dall’Himalaya per gustarne tutti i giorni.
  • Negli USA, il gelato è arrivato solo nel XVII secolo. Forse per quello sono i primi consumatori mondiali, stanno recuperando il tempo perso.
  • Dicono che ci vogliano 50 leccate per finire una pallina di gelato. La prossima volta conto.
  • Gli Eschimesi fanno il gelato. Si chiama Akutaq ed è fatto con grasso di foca, neve appena caduta, bacche fresche e alcune erbe. Il tutto è sbattuto velocemente per incorporare più aria possibile. Lo avevamo pensato per le voci degli altri ma… ci mancavano le erbe giuste 😉

Testi a cura di Michael Meyers
Foto di copertina presa dal web.

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