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Una piccola base tonda di Pan di Spagna imbevuto di rosolio sormontata da un guscio a cupola di Pasta Reale che racchiude un morbido ripieno di ricotta e canditi, coperta dalla bianchissima glassa di zucchero e decorata sulla punta con una ciliegina candita. Solo l’assoluta mancanza di malizia impedisce di vedere le cassatine come i rotondi seni di una fanciulla resi impudici dal capezzolo candito: si chiamano infatti le Minne di Sant’Agata, la protettrice della citta’ di Catania e sono il simbolo popolare della festa a lei dedicata che viene festeggiata per ben 3 giorni, dal 3 al 5 febbraio, la data della sua morte nel 251 d.c. Da non confondere con le Minne di Vergine preparate a Sambuca nella provincia di Agrigento e altre localita’ siciliane fatte con la pasta frolla pero’ ma sempre di stessa inconfondibile forma.

Agata, giovane ragazza della comunita’ cristiana di Catania era una vergine consacrata, accusata dal proconsole Quinziano di vilipendio della religione di Stato e percio’ catturata. Rifiuttando di concedersi al proconsole perche’ fedele al suo Sposo celeste fini’ per essere processata  e durante la tortura i suoi seni le furono strappati con le enormi tenaglie. San Pietro le apparve in preghiera e glieli fece ricrescere ma il proconsole, ormai aceccato dall’odio nei confronti di Agata, la condanno’ a morte. Nell’iconografia Sant’Agata viene presentata con i due seni posati su un piatto e con le tenaglie ed e’ proprio questo suo sacrificio unito al simbolo delle mammelle tagliate e successivamente risanate che fa pensare a una possibile trasfigurazione cristiana dell’antico culto di Iside, la Dea Madre. Dio e Vita.

Anche Tomasi di Lampedusa a modo suo e per pensieri di Don Fabrizio, Principe di Salina ci riflette:  ”…come mai il Santo Uffizio, quando lo poteva, non penso’ a proibire questi dolci? I trionfi della gola (la gola, peccato mortale!), le mammelle di S. Agata vendute dai monasteri, divorate dai festaioli! Mah”. Sacro e profano.

MINNE DI SANT’AGATA (una ventina circa)

Pan di Spagna (qualsiasi ricetta)

Crema di ricotta:

  • 500 g di ricotta di pecora
  • 175 g di zucchero a velo
  • 20 g di cioccolato fondente tritato
  • ½ cucchiaino di estratto naturale di vaniglia

Fate scolare molto bene la ricotta e passatela a setaccio. Montatela molto bene con lo zucchero per ottenere una crema molto morbida. Aggiungete l’estratto di vaniglia e la cioccolata e mescolate di nuovo molto bene. Tenete nel frigorifero.

Pasta Reale:

  • 125 g di zucchero semolato fine
  • 125 g di  farina di mandorle
  • 75 ml di acqua
  • Colorante alimentare verde
  • Zucchero a velo per il piano di lavoro

In un pentolino pesante preparate lo sciroppo con acqua e zucchero (deve essere denso da scendere a filo dal cucchiaio, ci vogliono circa 10 minuti). Aggiungete la farina di mandorle e qualche goccia di colorante verde e mescolate per amalgamare tutto. Rovesciate sul piano di lavoro cosparso con lo zucchero a velo e lavorate per formare un panetto. Avvolgetelo nella pelicola e tenete nel frigorifero.

Per la bagna:

  • ½ bicchiere di Rosolio
  • 150 ml di acqua
  • 50 g di zucchero semolato
  • Mesolate tutto in un pentollino e portate ad ebollizione, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.
  • Per la glassa:
  • 350 g di zucchero a velo
  • 3 cucchiai di succo di limone
  • 2 albumi

Mescolate lo zucchero con gli albumi e aggiungete il suco di limone. Mescolate bene, coprite con la pellicola e tenete a parte.

Per assemblare le Minne:

Tagliate il Pan di Spagna a spessore di 4-5 mm e ricavate i dischi del diametro di 5 cm con un coppa pasta. Spennellateli con la bagna. Stendete la Pasta Reale a 3 mm circa e rivestite l’interno degli stampi semisferici dello stesso diametro dei dischi di Pan di Spagna infarinandoli con lo zucchero a velo. Riempite con la crema di ricotta e coprite con i dischi di Pan di Spagna. Lasciate rapprendere nel frigorifero un paio di ore. Sformateli sulla gratella coperta con la carta da forno e versate la glassa sopra per ricoprirli. Decorate con una ciliegina candita.

 

Articolo di Marina Bodganovic

Foto di Fabio D’Amore

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