Le sarde vengono spesso confuse con le acciughe. I due pesci presentano invece molte differenze evidenti, soprattutto se messe a confronto. Fanno parte del gruppo del pesce azzurro importante per le sue proprietà nutrizionali, le carni della sarda sono saporite e gustose, a patto che siano consumate freschissime. Possiamo apprezzarle in moltissime ricette della nostra tradizione.
SARDE A BECCAFICO ALLA PALERMITANA
di Leila Capuzzo
900 g di sarde
10 cucchiai di pangrattato
100 g di passoline o, in alternativa, uva sultanina
100 g di pinoli
1/2 cucchiaio di zucchero
prezzemolo tritato
sale e pepe
olio
arancia o limone
Pulite le sarde privandole delle teste e delle lische lasciando la coda, sciacquatele bene, asciugatele e apritele a libro. Nel frattempo preparate la “muddica atturrata” o pangrattato abbrustolito: in una padella antiaderente mettete il pangrattato e fatelo dorare a fuoco basso; fate attenzione a non farlo bruciare. Non appena sarà ben colorato, togliete la padella dal fuoco e aggiungete un filo d’olio, amalgamando bene con il tutto.
Mettete la “muddica atturrata” che avete preparato in una ciotola, aggiungete le passoline, i pinoli, mezzo cucchiaio di zucchero, il sale, il pepe, il prezzemolo tritato molto finemente e mescolate bene per amalgamare bene gli ingredienti. Mettete un po’ della farcia ottenuta su ogni sarda e arrotolatela in modo da ottenere un involtino che disporrete, con la coda all’insù, su una teglia oleata, con una foglia di alloro; continuate in questo modo, alternando un involtino di sarda e una foglia di alloro, allineandoli sulla teglia.
Aggiungete un filo d’olio sugli involtini, un po’ di succo di arancia o limone, spolverate con del pangrattato e mettete in forno caldo per circa venti minuti. Gli involtini si possono infilzare con degli spiedini, alternando le sarde con foglie d’alloro e spicchio di cipolla per poi cuocerli al forno. Fate riposare qualche minuto, prima di servire. Le sarde a beccafico si possono servire sia calde che fredde.