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Cibo nell’Arte

buffet

La rappresentazione del cibo nell’arte come depositaria di grandi significati simbolici era il tema di apertura della Prima Giornata Nazionale del Cibo nell’Arte del 2017, con gli approfondimenti di Maria Teresa Mangiare con gli occhi: il cibo nell’arte e di Eleonora Le foglie di vite ripiene.

Se poi nel Calendario si sono proposte ricette che riproducevano dipinti nel 2018 e nel 2019, nel 2020 avevamo trattato in specifico il tema dei simboli della natura morta seicentesca e la necessità di certezze di quella contemporanea mentre nel 2021 si raccontava della originale iniziativa che indaga il legame tra cibo e arte proposta dalla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Quest’anno invece da Firenze ci spostiamo a Milano perché in occasione di Orticola, evento che a maggio celebra la natura spontanea e coltivata con varie iniziative nei parchi meneghini, anche una selezione di negozi storici milanesi è stato coinvolto in una sorta di “Fuori Orticola” tramite l’iniziativa Vetrine Fiorite, in cui composizioni floreali davano vita alle vetrine grazie alle sapienti mani di esperti Floral Designer.

Tra queste attività storiche si è distinta la galleria d’arte Altomani, che alla presenza della natura viva nei suoi spazi milanesi ha collegato una mostra che porta il titolo FLORA E POMONA: DALL’ANTICHITA’ ALL’ARTE DIGITALE NFT. La mostra, inaugurata a inizio maggio in concomitanza con Orticola, espone una straordinaria collezione di quelle che De Chirico chiamerebbe “vite silenti”, ovvero rappresentazioni della natura, comunemente più conosciute come “nature morte”.

cibo nell'arte

Locandina mostra “Flora e Pomona”

La mostra è tuttora in corso e pone l’accento sullo stretto rapporto che lega l’arte alla natura, nella ricerca del benessere estetico, emotivo e spirituale dell’uomo, sviluppando il racconto della rappresentazione della natura nel corso della storia attraverso l’esposizione di dipinti e di opere d’arte di vario genere, tutte raffiguranti fiori o frutta.

Grazie al Maestro e Floral Designer Silvano Erba, un originale allestimento barocco di fiori freschi ha animato la vetrina, diventando parte integrante della mostra e legandola alla città: i fiori sembrano infatti trapassare il vetro ed annullano il confine tra natura reale e natura rappresentata.

Vetrina

Rintracciabile in molti modi, da piccoli dettagli a grande evidenze, il tema caro al Calendario “Il Cibo nell’Arte” all’interno del percorso della mostra: ad esempio negli albarelli a decoro floreale, ovvero vasi da farmacia tardo-medievali che, oltre ad essere impreziositi con decori ispirati alla natura, contenevano erbe e pozioni medicamentose, tipiche di in un’epoca in cui non vi era reale separazione tra gastronomia e medicina.

1. albarello edera

Il tema si ritrova anche nelle celeberrime robbiane terracotta invetriata fiorentina tardo-quattrocentesca dei Maestri Della Robbia, qui presente in festoni, vasi, mazzetti tutti composti di fiori e frutta, a rappresentare gioia e freschezza, ma anche ricchezza ed abbondanza.

2. cestino robbiano

E possiamo considerare in senso lato “cibo nell’arte” anche i trionfi da centro tavola o i raffrescatoi per bottiglie in maiolica di Sassuolo settecenteschi, o i coevi servizi di stoviglie da tavola decorate una per una con motivi diversi, da scene di caccia oppure da fiori e farfalle, destinati ad accogliere i cibi più raffinati dell’alta borghesia milanese?

3. piatti Rubati

Ma il vero cuore della mostra, ciò che forse impressiona di più in questo senso gli amanti della gastronomia, è la raffigurazione vera e propria del cibo in pittura attraverso una straordinaria galleria di dipinti dei più grandi pittori italiani del genere “natura morta”, dai primi del ‘600 al tardo ‘700.

del cibo dell'arte

expo dipinti

Sono ad esempio esposti ben quattro diverse tele della celeberrima famiglia Recco, pittori del Seicento napoletano specializzati in nature morte e praticamente inventori del genere in Italia. E protagonista di una composizione di Giacomo Recco è proprio un cumulo di dolci, pasticci e confetti, che finisce per rubare la scena al pur meraviglioso vaso di fiori che lo affianca.

4. Recco dolci

Trattandosi di nature morte non poteva mancare un autore fiammingo, Jacob van der Kerckhoven, nato ad Anversa ma veneto di adozione, che studiò e soggiornò tanto a lungo da noi da avere anche un nome italiano: Giacomo da Castello. Nel suo Ritratto di Fanciulla, circonda la modella di frutta ed animali da cortile e le fa stringere al petto un tacchino, presente in Italia da circa un secolo e dunque nel Seicento ancora raro e considerato un cibo estremamente nobile.

5. Giacomo da Castello

Ma compaiono anche, di tanti celebri autori italiani tra Sei e Settecento, trionfi di pesci, rappresentazioni delle stagioni attraverso piante e frutti del momento, e soggetti anche con flora e fauna di fantasia, destinati ad abbellire sale da pranzo e salottini di nobiltà ed altissima borghesia di tutta Italia.

Di questo mix tra precisione scientifica e fantasia creativa è un esempio sfolgorante il modenese Francesco Malagòli, di epoca leggermente più tarda, (siamo verso la fine del XVIII secolo), di cui sono esposte due tele. Quella che qui citiamo affianca ad un uccellino di invenzione, posato su una mela, una cascata di uva che possiede una tale luminosa veridicità da farne quasi sentire il sapore al palato.

6. Francesco Malagoli

E proprio dalla sua uva partiamo per recarci in cucina, dopo questa totale immersione nella natura raffigurata… perché per il vernissage della mostra è stato allestito un buffet di finger food ovviamente tutti a tema Fiori e Frutta! La mostra, la cui fine era prevista con maggio, prosegue invece anche a giugno, ad accompagnare la natura cittadina per tutto il periodo delle sue fioriture. L’ingresso è libero (lunedì – sabato ore 9.00 -18.00), al civico 14 della centralissima via Borgospesso, e per chi si recasse ad ammirarla, scomparso il profumo della composizione floreale fresca, restano gli aromi di bevande alla violetta ed ai fiori di sambuco.

Dell’immagine di insieme di quel buffet (scattata in fase ancora di allestimento e che non comprende tutta la varietà di cibi e bevande proposti), si racconta qui una sola ricetta, quella che contiene, appunto, l’uva e la mela del Malagoli. Per chi fosse curioso del resto del buffet i dettagli sono qui .

cibo nell'arte
FIORE DI SFOGLIA CON FRUTTA E SPECK

Ingredienti per ogni fiore (c.a 8 persone)

2 dischi di pasta sfoglia da 30 cm di diametro
100 g di speck a fette sottili
10 chicchi di uva
½ mela
80 g di caciotta
2 o 3 cucchiai di latte
1 cucchiaio di senape
1 cucchiaino di semi di sesamo neri
pepe bianco al mulinello

Tagliate in due per il lungo gli acini di uva e privateli dei semi. Tritate grossolanamente la caciotta. Riducete le mele a bastoncini sottili.

Spalmate una sfoglia con metà della senape, lasciando libero 1 cm dal bordo, e disponete al centro un coppapasta da 12 cm.

Distribuite le fettine di speck attorno e al centro del coppapasta, fermandovi un dito prima dei bordi esterni e distanziandovi 1 cm anche internamente e esternamente al coppapasta.

Cospargete di formaggio lo speck; disponetevi sopra i bastoncini di mela a raggiera, cioè diretti dal centro verso il perimetro; mettete sopra le mele, sempre a raggiera, 16 mezzi acini di uva, a circa 2 cm dal bordo esterno e distanziati tra loro in modo regolare.

Distribuite i mezzi acini rimanenti al centro, levate il coppapasta e spolverate tutto di pepe.

Spalmate l’altra sfoglia di senape e disponetela con il lato spalmato verso il basso sopra il tutto, facendola combaciare con la sfoglia inferiore; premete con il coppapasta al centro dall’esterno per sigillare il tondo centrale e sigillate bene anche i bordi esterni con le dita.

Incidete per lo spessore completo delle due sfoglie comprendenti il ripieno, facendo dei tagli a raggio che partono dal tondo centrale e raggiungono i bordi, formando così 16 “petali”, ciascuno con al centro un mezzo chicco di uva.

Torcete poi delicatamente ogni petalo, sigillandone di nuovo bene gli estremi a mano a mano che si separano e premendoli leggermente sul petalo accanto, in modo da ottenere un fiore con i petali ben attaccati al centro e leggermente uniti sul perimetro esterno.

Spennellate la superficie di latte, spolverate con i semi di sesamo e cuocete in forno statico a 180 °C per circa 25 minuti.

Servite tiepido o a temperatura ambiente: ogni commensale si servirà staccando un petalo, mentre il centro va tagliato alla fine in 4-8 spicchietti.

 

Annalena De Bortoli

 

Crediti
Si ringrazia la per la gentile concessione delle foto delle opere:

  1. Toscana, XV secolo, Albarello da farmacia con decoro a foglie di edera, maiolica, h. 23 cm
  2. Giovanni Della Robbia (Firenze, 1469-1529/30), Cestino con frutta e fiori, 1500/1525, terracotta invetriata, h.  20 cm c.a
  3. Manifattura Pasquale Rubati, Milano, 1769-1780, Piatti con decoro alla borbottina, maiolica, diam. 23,2 cm c.a
  4. Giuseppe Recco (Napoli 1634 – 1695?), Natura morta di fiori e dolci, olio su tela, h. 76,2 x l. 102,5 cm
  5. Giacomo da Castello (Anversa 1637 – Venezia dopo 1712), Fanciulla con frutta e animali da cortile, olio su tela, h. 133 x l. 97 cm
  6. Francesco Malagoli (Modena, documentato dal 1779), Natura morta con frutta e volatile, olio su tela, h. 41,5 x l. 30 cm

 

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