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Il Pancotto e l’Acquacotta sono zuppe povere che prendono diversi nomi e vengono preparate in svariati modi, tutte declinate con i prodotti di ogni territorio d’origine e sono simboli e testimonianze di un passato contadino che ci ha regalato piatti poetici ed evocativi. Cambiano i nomi e cambia il tipo di pane utilizzato e variano i condimenti, dall’olio extravergine al burro, allo strutto, ma la sostanza è la stessa, si tratta di una zuppa a base di pane raffermo
La panada, o pancotto, è una ricetta comune a molte regioni, un modo per non sprecare il pane.

del pancotto
PANADA
di Giuliana Fabris

per 2 persone

300 g di pane raffermo, o anche secco
1 piccola cipolla bionda tritata
1 spicchio d’aglio
1 litro e mezzo di brodo di carne caldo (può essere di carne, di gallina, di verdure)
1 cucchiaino colmo di finocchietto selvatico secco, più un pizzico finale
una noce di burro
poco olio extravergine d’oliva
sale, pepe macinato al momento
poco parmigiano grattugiato

Tagliate a pezzettoni il pane raffermo o anche secco.
In una casseruola fondete il burro insieme a un goccio d’olio, fate appassire dolcemente la cipolla tritata insieme allo spicchio d’aglio, non devono colorire.
Unite i pezzi di pane e mescolate velocemente facendo attenzione che non si bruci. Deve solo prendere sapore dal condimento.
Unite il brodo bollente, il sale e il pepe, mescolate e coprite col coperchio, abbassate il fuoco e fate cuocere dolcemente fino a che il pane si sarà completamente disfatto e rabboccando il brodo se tende ad asciugare troppo. A metà cottura unite il finocchietto e continuate a cuocere mescolando spesso perchè inizierà ad attaccarsi alla pentola. Alla fine dovrà risultare una crema densa e abbastanza liscia, i pezzi di pane non devono essere riconoscibili del tutto.
Servite ben caldo, con un pizzico di finocchietto, una macinata di pepe, una spolverata di parmigiano e un giro sottile di olio buono.

 

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