Il macco di fave è una preparazione nata per sfruttare anche fuori stagione le virtù nutrizionali delle fave, ricche di proteine e di ferro, tanto da essere chiamate “la carne dei poveri”
In Puglia alle fave si aggiunge la cicoria, in alcune zone della Sardegna gli spaghetti spezzettati. La consistenza varia dalla purea alla zuppa, ma presente in quasi tutte le versioni è il finocchietto selvatico.
Una ricetta molto conosciuta in tutto il Meridione il cui aspetto e consistenza è simile ad una zuppa
MACCO DI FAVE ALLA CALABRESE
di Elena Broglia
per 2 persone
200 g di fave secche
1/2 cipolla rossa di Tropea
10 pomodorini ciliegina
peperoncino in polvere
pecorino
sale
olio extravergine
Mettete in ammollo le fave per una notte (se lo dice la confezione, oppure evitate questo passaggio se non lo riporta). Il mattino seguente, pelatele (se non già decorticate) e mettetele da parte.
In una pentola scaldate due cucchiai di olio e fate soffriggere la cipolla tritata.
Unite le fave, mescolate e aggiungete i pomodorini.
Dopo qualche minuto, ricoprite il tutto con acqua e lasciate cuocere per 60-90 minuti a fiamma bassa.
Controllate la cottura, mescolando spesso, valutate se aggiungere un poco di acqua.
Le fave tenderanno a disfarsi formando una cremina, se ciò non fosse, si consiglia di passare al frullatore minipimer il composto.
Aggiustate di sale e di peperoncino in polvere. Servite con pecorino tritato e un giro di olio extravergine.
E’ spesso servito con crostini oppure ci si può cuocere della pasta corta.