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I taralli e tarallucci nascono da un sapiente recupero dei piccoli ritagli di pasta risultanti dalla formatura dei pani che dovevano essere riutilizzati. Così l’abitudine di impastare gli sfriddi con grassi, la sugna a Napoli, l’olio in Puglia, formati a piccola ciambella, e infornati col pane a biscottarsi. I taralli rappresentano un alimento particolarmente pregiato sono conditi, aromatizzati, se ne fanno versioni anche dolci quindi particolarmente appetitose.

dei taralli
TARALLI
di Chiara Picoco

1 kg di farina 00
300 ml di vino bianco secco
250 ml di olio evo
30 g di sale
semi di finocchio
origano

Impastate la farina, l’olio, il vino e il sale, fino ad ottenere un composto elastico ed omogeneo.
Dividetelo in 2 parti, in una aggiungete i semi di finocchio e nell’altra l’origano. Lasciate riposare una ventina di minuti, coprendo con uno strofinaccio.
Fate dei serpentelli di 1 cm di spessore e di circa 8-10 cm di lunghezza, richiudeteli su se stessi sovrapponendo le due estremità e schiacciateli col dito in modo da sigillarli.
Immergetene 10 alla volta in una pentola di acqua bollente leggermente salata e scolateli con una schiumarola appena vengono a galla.
Sistemateli su uno strofinaccio ad asciugare per qualche minuto, ben separati tra loro.
Disponeteli su una placca unta d’olio o coperta di carta forno, infornate a 200 °C per 40 minuti, fino a quando non saranno diventati di un colore ambrato.

 

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