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Tipico dell’Emilia di antiche origini contadine, quella piccola porzione di pasta da pane che viene fritta fino a gonfiarsi è “Il gnocco fritto” o più precisamente “al gnòc frétt”. “Il gnocco fritto” è una piccola porzione di pasta da pane, appiattita e poi fritta fino a gonfiarsi nello strutto.
Tanti i nomi con cui è conosciuto e anche gli impasti possono essere leggermente diverse ma la bontà non cambia. Possiamo gustare a Bologna le crescentine, a Ferrara con il pinzino, a Parma con la torta fritta e a Piacenza, anzi in particolare a Fiorenzuola d’Arda con i chisolini


LA CRESCENTINA BOLOGNESE
di Francesca Carloni

500 g farina 0
20 g di lievito di birra fresco
30 g di strutto
2,5 lt di acqua frizzante
sale
strutto per friggere

Su un tagliere setacciate la farina e sbriciolatevi sopra il lievito. Fate un incavo nel centro, mettete lo strutto e il sale ed impastate con l’acqua frizzante fino a quando l’impasto non risulterà liscio ed omogeneo.
Lasciatelo lievitare un’ora e mezza coperto con pellicola e un canovaccio.
Trascorso questo tempo tirate una sfoglia ad uno spessore sottile (3-4 mm) e tagliatela a rombi di circa 5-6 cm per lato (andate pure ad occhio).
In una grande padella dai bordi alti (meglio se di ferro) fate sciogliere lo strutto a fuoco vivace e friggete le crescentine poche alla volta. Scolatele con una ramina e disponetele su un piatto foderato con carta assorbente.

Accompagnate le crescentine con salumi (prosciutto crudo, mortadella, salame, coppa estiva), formaggi (squaquerone e stracchino su tutti), sottaceti, giardiniera di verdure.

 

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